La sesta serie degli incontri del LOST prende il via con una veste grafica diversa, più sobria e maneggevole.

Nelle puntate precedenti si è più volte rilevata la necessità di ridimensionare le aspettative nei riguardi della tecnica e l'auspicio di affinare degli strumenti che permettessero un crescente livello di indipendenza dalle intermediazioni tecnologiche imposte dal mercato.
In quest'ottica sarà indirizzato non solo l'aspetto comunicativo ma anche una parte della programmazione delle attività future. Alcuni nuovi filoni si andranno ad aggiungere ai temi trattati (e non esauriti) fino ad ora.

Da un lato la formazione/autoformazione, una sorta di alfabetizzazione tecnologica quantomai necessaria in un tempo dove le macchine sembrano potersi muovere da sole.

Qualcuno ricorderà di I sit in Siberia and have only Telnet, una pagina potente che portava alla luce il concreto funzionamento di alcuni elementari applicativi di rete. Il senso è quello. Con Fedeli alla linea abbiamo iniziato e su questa strada vorremmo proseguire.

Ci siamo accorti di quanta importanza hanno i laboratori seminariali, l'esperienza diretta del "metterci le mani sopra" o :"hands-on" derivata dalla cultura hacker e confermata dagli antichi.
"Ascolto e dimentico, vedo e imparo, faccio e capisco" - Proverbio Cinese.
Un passaggio dal teorico al pratico che trova conferma nel nuovo programma.

Dall'altro non possiamo più prescindere dalle questioni poste dall'emergenza ambientale, il rapporto tra conoscenza e materia nella prospettiva della dialettica tra scienza e natura. Ci troviamo di fatti del tutto impreparati di fronte ad un bivio epocale che potrebbe mettere in gioco in tempi molto brevi i modelli di vita e le prospettive del futuro. La tematica del cambiamento climatico, le conseguenze dell'esaurimento dei combustibili fossili, la contabilizzazione dei costi (economici e sociali) dello smaltimento dei rifiuti anziché diventare uno stimolo ulteriore all'elaborazione di un modello di relazioni che sia libero dallo sfruttamento (di uomini e cose), dalla valorizzazione monetaria, dalla sopraffazione del più debole, rischiano di diventare bandiere di un novello capitalismo, rinvigorito da nuove praterie da conquistare e nuovi pascoli da sfruttare.

Non è un caso che sia proprio all'interno di quella pratica scientifica distruttiva che si cercano le medicine per il pianeta malato. In questo modo anche le virulente contraddizioni ambientali locali, a cui da tempo siamo abituati, non solo non avranno modo di farsi questione centrale ma verranno inglobate nello spettro dell'Intelligenza Artificiale.

Anche su questo piano è quindi sempre più necessario acquisire strumenti e capacità di discernimento indipendenti dalla comoda ma interessata e truffaldina lezione di Alexia o di Siri.

Infine, con l'aria che tira, è sempre più incombente il tema degli strumenti di guerra. La perdurante crisi da un lato e l'intensificarsi del flussi migratori dall'altro offrono poche prospettive diverse da quelle belliche e a ben vedere una guerra è già in corso, ad intensità variabili e localizzazioni diffuse.

Il programma delle serie a venire, senza perdere l'attenzione per la riflessione teorica generale, vorrebbe quindi concentrarsi anche su questi temi proponendo:

un workshop sul networking (livello base) un workshop di autocostruzione di centraline per il controllo della qualità dell'aria, nell'ambito di un progetto internazionale per la costruzione di una rete di misura delle polveri sottili e pesanti indipendente dai sistemi di rilevamento nazionali un incontro sulla cyberguerra un incontro sui cambiamenti climatici

State connessi, quindi, e un buon autunno a tutte e tutti.

LOST, settembre 2019